dal lunedì al venerdì ore 17:30

In apertura di puntata abbiamo ascoltato le parole del Papa, dopo l’Angelus del 18 novembre 2018, in cui esprime la vicinanza e l’amore al popolo della Repubblica Centrafricana dopo aver ricevuto la notizia di una strage in cui sono rimasti uccisi anche due sacerdoti.

A due anni dall’apertura di papa Francesco della Porta Santa nella capitale centrafricana Banguì, il 15 novembre scorso i ribelli ex Seleka dell’UPS (Unité pour la paix en Centrafrique) agli ordini del generale Ali Darassa, di etnia peul, hanno assalito la cattedrale di Alindao nel sud del paese e il vicino campo di rifugiati.

Dopo aver saccheggiato e incendiato la cattedrale i ribelli si sono diretti verso il campo di rifugiati dove hanno ucciso almeno 42 persone. Tra le vittime il vicario generale della diocesi di Alindao, mons. Blaise Mada e un altro sacerdote don Celestine Ngoumbango, parroco di Mingala,” riferisce p. Boubas.

In studio, padre Lezzin Ngbakoumbou-Bamai, originario proprio della cattedrale Sacro Cuore di Alindao nel sud-est del paese; padre Eric M’bika, ex rettore del seminario maggiore di Bangui, attualmente in attività pastorale nell’arcidiocesi di Campobasso-Bojano e sr. Iris Gallardo Campos, missionaria comboniana da poco rientrata dalla Repubblica Centroafricana, che hanno conosciuto le vittime della strage.

Insieme a loro abbiamo riflettuto sulla situazione sociale in Centrafrica a partire dalle parole del Papa pronunciate durante la visita al campo profughi a Bangui del 29 novembre 2015, in occasione del viaggio Apostolico in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. In quell’occasione Francesco parlava di pace, perdono e unità benedicendo il popolo centrafricano in nome della fratellanza.

A commento delle attività del giorno, Papa Francesco ha incontrato un gruppo di nuovi Ambasciatori non residenti, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. Nel suo discorso ha parlato della responsabilità morale del rispettare la dignità umana.

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IN EVIDENZA

Padre Lezzin: “Conoscevo i due sacerdoti uccisi”

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Suor Gallardo “Il Papa ha portato la luce”

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ANGELUS 18 novembre 2018

La preghiera per il Centrafrica

Dopo l’Angelus

Con dolore ho appreso la notizia della strage compiuta due giorni fa in un campo di sfollati nella Repubblica Centrafricana, in cui sono stati uccisi anche due sacerdoti. A questo popolo a me tanto caro, dove ho aperto la prima Porta Santa dell’Anno della Misericordia, esprimo tutta la mia vicinanza e il mio amore.

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VISITA AD UN CAMPO PROFUGHI A BANGUI E INCONTRO CON I VESCOVI DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA 29.11.2015

Fare di tutto per la pace

Papa: Vi dico che ho letto quello che i bambini avevano scritto [su cartelli]: “pace”, “perdono”, “unità” e tante cose… “amore”. Noi dobbiamo lavorare e pregare e fare di tutto per la pace. Ma la pace senza amore, senza amicizia, senza tolleranza, senza perdono, non è possibile. Ognuno di noi deve fare qualcosa. Io vi auguro, a voi e a tutti i centrafricani, la pace, una grande pace fra voi. Che voi possiate vivere in pace qualunque sia l’etnia, la cultura, la religione, lo stato sociale. Ma tutti in pace! Tutti! Perché tutti siamo fratelli. Mi piacerebbe che tutti dicessimo insieme: “Tutti siamo fratelli”. [La gente ripete: “Tutti siamo fratelli”] Un’altra volta! [“Tutti siamo fratelli”]. E per questo, perché tutti siamo fratelli, vogliamo la pace.

E vi darò la benedizione del Signore. Il Signore vi benedica: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E pregate per me! Pregate per me, avete sentito? [“Sì!”]

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DISCORSO A UN GRUPPO DI NUOVI AMBASCIATORI NON RESIDENTI, IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DELLE LETTERE CREDENZIALI

Rispettare la dignità umana

Papa: È essenziale che il rispetto per la dignità umana e per i diritti umani ispiri e diriga ogni sforzo nell’affrontare le gravi situazioni di guerra e conflitti armati, di opprimente povertà, discriminazione e disuguaglianza che affliggono il nostro mondo e che negli ultimi anni hanno contribuito alla presente crisi delle migrazioni di massa. Nessuna efficace soluzione umanitaria a quel pressante problema può ignorare la nostra responsabilità morale, con la dovuta attenzione al bene comune, per accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro sicuro per loro stessi e per i loro figli (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2018, 4). La Chiesa, da parte sua, è impegnata a lavorare con ogni interlocutore responsabile in un dialogo costruttivo teso a proporre concrete soluzioni a questo e altri urgenti problemi umanitari, con l’obiettivo di preservare vite umane e dignità, alleviando sofferenze e incrementando un autentico e integrale sviluppo.

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ALTRI APPUNTAMENTI

Discorso del Santo Padre Francesco ai dirigenti e al personale di Telepace

 

13 Dicembre 2018