dal lunedì al venerdì ore 17:30

Nella puntata del giorno, Gennaro Ferrara incontra Giovanni Grandi, professore associato di Filosofia Morale presso l’Università degli studi di Padova con cui dialoga sul tema del discernimento per capire cos’è e come imparare a metterlo in pratica. Siamo partiti quindi con l’ascolto del discorso di papa Francesco pronunciato all’inizio del Sinodo sui giovani, quando spiega che il discernimento è un atteggiamento interiore. Abbiamo poi ascoltato l’Omelia del Papa del mattino a Santa Marta in cui riflette sulla perseveranza nel cammino di fede nella vita cristiana e sulla comprensione dei segni di Dio nel quotidiano anche quando questi segni nella disperazione non si vedono.

Da Abu Dhabi, Massimiliano Cochi ci racconta il clima di attesa per l’arrivo di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti in programma dal 3 al 5 febbraio.

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IN EVIDENZA

Grandi: “Tempi morti”

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SYNOD18 – DISCORSO ALLA 1ª CONGREGAZIONE GENERALE DELLA XV ASSEMBLEA DEL SINODO DEI VESCOVI 03.10.2018

 

Il metodo del discernimento

Papa: Il discernimento non è uno slogan pubblicitario, non è una tecnica organizzativa, e neppure una moda di questo pontificato, ma un atteggiamento interiore che si radica in un atto di fede. Il discernimento è il metodo e al tempo stesso l’obiettivo che ci proponiamo: esso si fonda sulla convinzione che Dio è all’opera nella storia del mondo, negli eventi della vita, nelle persone che incontro e che mi parlano. Per questo siamo chiamati a metterci in ascolto di ciò che lo Spirito ci suggerisce, con modalità e in direzioni spesso imprevedibili. Il discernimento ha bisogno di spazi e di tempi.

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SANTA MARTA

La resistenza del cuore

Papa: La vita cristiana non è un carnevale, non è festa e gioia continua; la vita cristiana ha dei momenti bellissimi e dei momenti brutti, dei momenti di tepore, di distacco, come ho detto, dove tutto non ha senso … il momento della desolazione. E in questo momento, sia per le persecuzioni interne sia per lo stato interiore dell’anima, l’autore della Lettera agli Ebrei dice: “Avete solo bisogno di perseveranza”. Sì. Ma perseveranza, perché? “Perché fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso”.

Fare resistenza nei momenti brutti, ma una resistenza della memoria e della speranza, una resistenza con il cuore: il cuore, quando pensa ai momenti belli, respira, quando guarda alla speranza, può respirare, pure. Quella è la cosa che noi dobbiamo fare nei momenti di desolazione, per trovare la prima consolazione e la consolazione promessa dal Signore.

Anche oggi, tanti, tanti uomini e donne che stanno soffrendo per la fede ma ricordano il primo incontro con Gesù, hanno speranza e vanno avanti. Questo è un consiglio che dà l’autore della Lettera agli Ebrei per i momenti anche di persecuzione, quando i cristiani sono perseguitati, attaccati: “Abbiate perseveranza”.

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Massimiliano Cochi: L’attesa di Abu Dhabi 

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ALTRI APPUNTAMENTI

 

Discorso ai Membri della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali

 

1 Febbraio 2019