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Nella puntata di oggi, martedì 12 febbraio 2019, Gennaro Ferrara incontra Luigi Sauve, l’imprenditore proprietario del Minerva Club Resort & Golf di Sibari, uno dei villaggi turistici più grandi d’Italia e della Calabria, che in queste settimane è stato vittima di attacchi mirati subendo tre incendi dolosi in soli 10 giorni, nel tentativo di mettere in ginocchio la struttura. Non si conoscono i responsabili delle minacce ma tutto fa pensare ad una intimidazione mafiosa. Luigi Sauve, insieme alla moglie Gabriella, si distingue per aver condiviso e sottoscritto un “Patto della legalità per la Sibaritide” insieme ad altri coraggiosi imprenditori del territorio, che non hanno avuto paura di credere e investire nello sviluppo della Calabria.

Abbiamo così ascoltato e commentato insieme a Luigi e Gabriella l’Omelia di Papa Francesco nella Piana di Sibari, durante la Visita Pastorale alla Diocesi di Cassano all’Jonio del 21 giugno 2014, quando definisce gli affiliati alla ‘ndrangheta “adoratori del male” e prosegue sottolineando l’impegno della Chiesa nell’educare le coscienze e, rivolgendosi soprattutto ai giovani, invita a “non lasciarsi rubare la speranza!”.

Ferrara ripropone poi l’ascolto di un altro discorso del Papa, questa volta pronunciato durante la Visita pastorale a Genova del 27 maggio 2017. Nello Stabilimento Ilva Papa Francesco riflette sulla figura del vero imprenditore.

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IN EVIDENZA

Luigi Sauve: “Il coraggio di non mollare”

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Visita pastorale di Papa Francesco alla diocesi di Cassano all’Jonio: Santa Messa nella piana di Sibari 21.06.2014

OMELIA

Gli adoratori del male

Papa: Quando all’adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione; quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. La vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato. La ’ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no! La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre di più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi, ce lo domandano i nostri giovani bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare. Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!

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Non lasciatevi rubare la speranza

Papa: Incoraggio tutti voi a testimoniare la solidarietà concreta con i fratelli, specialmente quelli che hanno più bisogno di giustizia, di speranza, di tenerezza. La tenerezza di Gesù, la tenerezza eucaristica: quell’amore tanto delicato, tanto fraterno, tanto puro. Grazie a Dio ci sono tanti segni di speranza nelle vostre famiglie, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti ecclesiali. Il Signore Gesù non cessa di suscitare gesti di carità nel suo popolo in cammino! Un segno concreto di speranza è il Progetto Policoro, per i giovani che vogliono mettersi in gioco e creare possibilità lavorative per sé e per gli altri. Voi, cari giovani, non lasciatevi rubare la speranza! L’ho detto tante volte e lo ripeto una volta in più: non lasciatevi rubare la speranza! Adorando Gesù nei vostri cuori e rimanendo uniti a Lui saprete opporvi al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello.

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VISITA PASTORALE A GENOVA

Incontro con il mondo del lavoro 27 maggio 2017

Il vero imprenditore

Papa: Il vero imprenditore – io cercherò di fare il profilo del buon imprenditore – il vero imprenditore conosce i suoi lavoratori, perché lavora accanto a loro, lavora con loro. Non dimentichiamo che l’imprenditore dev’essere prima di tutto un lavoratore. Se lui non ha questa esperienza della dignità del lavoro, non sarà un buon imprenditore. Condivide le fatiche dei lavoratori e condivide le gioie del lavoro, di risolvere insieme problemi, di creare qualcosa insieme. Se e quando deve licenziare qualcuno è sempre una scelta dolorosa e non lo farebbe, se potesse. Nessun buon imprenditore ama licenziare la sua gente – no, chi pensa di risolvere il problema della sua impresa licenziando la gente, non è un buon imprenditore, è un commerciante, oggi vende la sua gente, domani vende la propria dignità –, ci soffre sempre, e qualche volta da questa sofferenza nascono nuove idee per evitare il licenziamento.

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12 Febbraio 2019