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“I girasoli” è un film del 1969 diretto da Vittorio De Sica ed interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Un film  che fa pensare alla drammatica vicenda vissuta dai soldati italiani in Russia. Una storia che registra il suo epilogo a Nikolajevka. Avviene qui il drappa nella steppa dell’ARMIR, l’Armata inviata da Mussolini per “conquistare” la Russia. Ma a quanto pare sia i militare del Reich, sia il Regio Esercito, non avevano fatto i conti con il generale inverno. E forse non avevano letto bene la tragedia vissuta da Napoleone a seguito della campagna di Russia nel 1812, terminata con una disastrosa sconfitta e con la distruzione di gran parte delle truppe francesi e dei contingenti stranieri. Eppure il 22 giugno del 1941, in barba alla storia, i panzer di Hitler avevano avanzato distruggendo le postazioni sovietiche in quella che resterà alla storia come “Operazione Barbarossa”. Il Furher, così come i generali tedeschi, non erano convinti nel far partecipare l’alleato italiano, ma alla fine cedono e il 10 luglio 1941 il duce invia in Unione Sovietica 62mila soldati del Csir, il Corpo di spedizione italiano. Nel 1942, invece, è Hitler a chiedere sostegno a Mussolini. Vengono inviati altri soldati e si costituisce l’Armir, l’Armata italiana in Russia con 7 divisioni, di cui 3 alpine. Il numero dei nostri connazionali sale a 229mila. L’Armir viene subito chiamato a fronteggiare i russi nella 1ᵃ battaglia difensiva del Fiume Don. Nel novembre 1942 i russi contrattaccano e chiudono in una sacca sul Volga e sul Don i tedeschi. Il 16 dicembre i sovietici sferrarono una grande offensiva che investe le divisioni italiane di fanteria schierati sul medio Don. Il fronte nazi-fascista viene rotto un mese dopo tra il 16 e il 17 gennaio del 1943 I comandi italiani ordinano di ripiegare. Inizia la lunga ritirata. Attanagliati dal gelo i soldati italiani ripiegano fino a Nikolajevka. Qui il 26 gennaio 1943 l’ultimo capitolo del dramma nella steppa. Infine la prigionia che porterà gli italiani prima ad essere rinchiusi nei lager tedeschi poi nei gulag sovietici. Circa 10mila di essi si salvarono dalla prigionia. Il ritorno a casa si completò solo nel 1954.

 

Vincenzo Grienti

31 Gennaio 2019