dal lunedì al venerdì ore 17:30

Il Papa oggi a Santa Marta ha parlato dei preti come pastori che devono sapersi commuovere davanti alle sofferenze della propria gente, ne abbiamo parlato con due gesuiti, Padre Fabrizio Valletti sj, autore di “Un gesuita a Scampia” edito da EDB e Padre Marco Colò sj, responsabile regionale del MEG, che vivono a Scampia insieme a persone che vivono una realtà difficile che può commuovere ma anche spaventare. Il dialogo è poi continuato riascoltando le parole di speranza che Francesco disse proprio a Scampia poco meno di tre anni fa.

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IN EVIDENZA

Padre Marco Colò “Un lombardo a Scampia” Padre Fabrizio Valletti “Fermezza per sperare”
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SANTA MARTA

Pastori che si commuovono

Papa: Quello che a un pastore dà autorità o risveglia l’autorità che è data dal Padre, è la vicinanza: vicinanza a Dio nella preghiera – un pastore che non prega, un pastore che non cerca Dio ha perso parte – e la vicinanza alla gente. Il pastore staccato dalla gente non arriva alla gente con il messaggio. Vicinanza, questa doppia vicinanza. Questa è l’unzione del pastore che si commuove davanti al dono di Dio nella preghiera, e si può commuovere davanti ai peccati, al problema, alle malattie della gente: lascia commuovere il pastore.

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INCONTRO CON LA POPOLAZIONE DI SCAMPIA E CON DIVERSE CATEGORIE SOCIALI

Ladri di speranza

Papa: Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! È questa la vostra grande risorsa: la gioia, l’allegria. Il cammino quotidiano in questa città, con le sue difficoltà e i suoi disagi e talvolta le sue dure prove, produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola. Questa è una sfida bella: non lasciare mai che il male abbia l’ultima parola. È la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa “leva dell’anima”, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie.

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Il profumo della speranza

Papa: Il percorso di speranza per i bambini – questi che sono qui e per tutti – è prima di tutto e l’educazione, ma una vera educazione, il percorso di educare per un futuro: questo previene e aiuta ad andare avanti. Il giudice ha detto una parola che io vorrei riprendere, una parola che si usa molto oggi, il giudice ha detto “corruzione”. Ma, ditemi, se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti, nessuno di noi può dire: “io non sarò mai corrotto”. No! E’ una tentazione, è uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza, verso i reati, verso lo sfruttamento delle persone. Quanta corruzione c’è nel mondo! E’ una parola brutta, se ci pensiamo un po’. Perché una cosa corrotta è una cosa sporca! Se noi troviamo un animale morto che si sta corrompendo, che è “corrotto”, è brutto e puzza anche. La corruzione puzza! La società corrotta puzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza!

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ALTRI APPUNTAMENTI

Videomessaggio del Santo Padre in occasione dell’imminente Viaggio Apostolico in Cile e Perù [15 – 22 gennaio 2018]

 

La fotogallery della puntata

 

9 Gennaio 2018