dal lunedì al venerdì ore 17:30

Seconda giornata di Papa Francesco in Marocco che ha inizio con la visita privata al “Centre Rural des Services Sociaux” di Témara, centro gestito dalle Figlie della Carità, che opera nel settore sociale grazie alle suore e a numerosi volontari. A seguire il Papa arriva alla Cattedrale di Rabat dove incontra il Clero, i Religiosi, le Religiose e il Consiglio Ecumenico delle Chiese. Nel suo discorso parla dei cristiani in Marocco, ricordando che la loro è una piccola comunità: “ma questa realtà non è, ai miei occhi, un problema, anche se riconosco che a volte può diventare difficile da vivere per alcuni”, spiega poi il significato della loro missione incentrata sul dialogo: “La Chiesa deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola; la Chiesa si fa messaggio; la Chiesa si fa colloquio”.

In studio con Gennaro Ferrara, Riccardo Burigana, direttore del Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia; Riccardo Cristiano, vaticanista di Reset; Sr. Francesca Leonardi, francescana Missionaria di Maria, e Moulay Zidane El Amrani, arabista dell’Università di Padova.

In collegamento da Rabat aggiornamenti, approfondimenti e interviste dei vaticanisti Cristiana Caricato e Paolo Fucili.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Il programma riprende nel pomeriggio con la celebrazione della Santa Messa nel Complesso Sportivo Principe Moulay Abdellah. Nell’Omelia Papa Francesco riprendendo la parabola del figliol prodigo sottolinea: “Sicuramente sono tante le circostanze che possono alimentare la divisione e il conflitto; sono innegabili le situazioni che possono condurci a scontrarci e a dividerci. Non possiamo negarlo. Ci minaccia sempre la tentazione di credere nell’odio e nella vendetta come forme legittime per ottenere giustizia in modo rapido ed efficace. Però l’esperienza ci dice che l’odio, la divisione e la vendetta non fanno che uccidere l’anima della nostra gente, avvelenare la speranza dei nostri figli, distruggere e portare via tutto quello che amiamo”. E conclude con “Non cadiamo nella tentazione di ridurre la nostra appartenenza di figli a una questione di leggi e proibizioni, di doveri e di adempimenti. La nostra appartenenza e la nostra missione non nasceranno da volontarismi, legalismi, relativismi o integrismi, ma da persone credenti che imploreranno ogni giorno con umiltà e costanza: “venga il tuo Regno”.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

A conclusione della Messa, prima di congedarsi dal paese per far ritorno in Vaticano, pronuncia un saluto finale: “Con questi sentimenti di gratitudine, desidero incoraggiarvi di nuovo a perseverare sulla via del dialogo con i nostri fratelli e sorelle musulmani e a collaborare anche perché si renda visibile quella fraternità universale che ha la sua fonte in Dio. Possiate essere qui i servitori della speranza di cui il mondo ha tanto bisogno”.

In studio con Gennaro Ferrara, il commento degli esperti: Luis Badilla, direttore de “Il Sismografo”, Sr. Francesca Leonardi, francescana Missionaria di Maria e Shahrzad Houshmand teologa islamica.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

31 Marzo 2019