LUNEDÌ MARTEDÌ GIOVEDÌ ORE 20.50

Nel linguaggio comune, spesso, sinonimo di disfatta. In realtà come spiegano molti storici ed esperti di storia militare è una sconfitta sul campo. Per l’umanità resta una tragedia dentro “l’inutile strage” della Prima guerra mondiale. Il 24 ottobre 1917 inizia la 12ma battaglia dell’Isonzo. Finirà il 24 novembre. Un bilancio drammatico con la ritirata delle truppe italiane fino al Piave e la vittoria degli austro-ungarici e dei tedeschi.

Decretò sul campo l’errata scelta strategica di Luigi Cadorna e degli altri comandanti convinti di tecniche d’attacco, forse, ormai obsolete. Di fatto morirono tanti ragazzi. Per l’Italia dai 10mila ai 13mila morti. Circa 30mila feriti.

Caporetto e le sue cause. Sempre al centro di dibattiti e riflessioni. Di studi e analisi come quella di Novello Papafava nel ’68. E poi libri e persino fumetti. Ma anche editoriali che puntano il dito proprio su Cadorna rilanciando l’iniziativa di togliere dalle città italiane le vie del generale il cui nome sarà associato a una sconfitta che forse poteva essere evitata. Una sconfitta, però, che darà nuovo impulso agli italiani per vincere la battaglia di Vittorio Veneto e poi uscire vincitori dal conflitto.

Una vittoria che non sarà solo tra le trincee della Grande Guerra, ai confini del nord est dell’Italia, ma anche per mare, in Adriatico. Occorre infatti non dimenticare che la vittoria dell’Italia fu anche sul mare grazie ad accorgimenti e tecniche ingegnose sviluppate dalla Regia Marina come lo sbarramento del Canale d’Otranto.

23 Ottobre 2018