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L’eccidio di Kindu. 13 aviatori italiani del contingente Onu in Congo-Belga vengono trucidati. A Pisa e Fiumicino un monumento li ricorda. Da allora i piloti dell’Alitalia indossano la cravatta nera in segno di lutto.

I 13 militari italiani fanno parte degli equipaggi di due aerei da trasporto dell’Aeronautica Militare. Si tratta dei C-119 della 46^ Aerobrigata di Pisa, assegnati al contingente delle Nazioni Unite in Congo. Gli aerei atterrano all’aeroporto di Kindu, non lontano dal confine con il Katanga, nel quale si sta svolgendo una sanguinosa guerra civile che lacera la giovane Repubblica democratica del Congo proclamata meno di un anno  il 30 giugno 1960.

La missione è trasportare rifornimenti per i “caschi blu” malesi della guarnigione di Kindu. E’ dall’estate 1960 che i velivoli italiani provvedono a circa il 70% delle esigenze di trasporto aereo del contingente ONU. Una missione come tante almeno fino a quando non si consuma la tragedia.

Infatti, conclude le operazioni di scarico i due equipaggi, più un ufficiale medico, escono dall’aeroporto per andare nella mensa della guarnigione ONU. Sono disarmati. Durante il pranzo vengono sorpresi da militari congolesi che si sono ammutinati. Per gli italiani scambiati per mercenari belgi al soldo dei katanghesi non ci fu nulla da fare nonostante le spiegazioni di un ufficiale malese dell’Onu nei confronti del comandante del gruppo di militari congolesi. Nell’aggressione uno degli ufficiali, il medico, viene ucciso, gli altri sono trascinati nella prigione della città. Lì saranno brutalmente trucidati

La tragica vicenda giunge in Italia con il giornale radio delle 13.00 del 16 novembre. La notizia fa il giro del mondo, mentre il Paese si stringe intorno alle famiglie dei 13 aviatori.

L’11 marzo 1962 le salme dei caduti di Kindu arrivano a Pisa. Alla presenza del Presidente della Repubblica Antonio Segni vengono celebrati i funerali.

Le salme vengono tumulate presso il Sacrario dei caduti di Kindu, il tempio aeronautico costruito all’ingresso dell’aeroporto militare di Pisa grazie a una sottoscrizione pubblica lanciata all’indomani della notizia dell’eccidio. A ricordo del sacrificio dei due equipaggi viene anche eretta la stele che oggi sorge all’ingresso dell’aeroporto intercontinentale “Leonardo Da Vinci” di Fiumicino (Roma).

Per la prima delle sue “missioni di pace” nei cieli di tutto il mondo, la 46^ Aerobrigata paga, però, un prezzo altissimo. La perdita di tre velivoli e, soprattutto, di 21 uomini, tra cui i 13 martiri di Kindu, ai quali, nel 1994, è stata tributata la Medaglia d’Oro al Valor Militare (alla memoria).

11 Novembre 2017