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7 dicembre 1941: il Giappone attacca la base navale di Pearl Harbor nelle Hawaii. Si spezza definitivamente il legame diplomatico tra i due  Paesi.

Una fatto che avviene dopo il fallimento dei negoziati tra Giappone e Stati Uniti a causa di idee divergenti dei due Paesi su interessi in Cina. I danni per le forze statunitensi sono pesantissimi. Distrutti 188 aerei e 5 corazzate. Danneggiati 10 navi tra corazzate, cacciatorpediniere e incrociatori.  Più di 2.400 militari americani morti e oltre 1.200 feriti.  A questi si aggiunsero 57 civili morti e 35 feriti. Una tragedia nel più ampio dramma del Secondo conflitto mondiale (foto scattata da un aereo giapponese pochi minuti dopo l’inizio dell’attacco. Un siluro ha appena colpito la West Virginia al di là di Ford Island)

L’attacco, conosciuto con il nome in codice di “operazione Z“, farà parlare il presidente Franklin Delano Roosvelt di “giorno dell’infamia” porterà gli Stati Uniti a dichiarare guerra all’Impero giapponese e a entrare nella Seconda guerra mondiale. Meno di quattro anni più tardi, il Giappone sarà sconfitto e l’umanità purtroppo assisterà agli effetti devastanti della bomba atomica, determinando la vittoria degli Alleati sui Paesi dell’Asse.

Ciò che avvenne quel 7 dicembre è stato oggetto di numerosi film, come il kolossal “Pearl Harbor” di Michae Bay e di numerosi libri, ma anche di ricerche e analisi storiche. Gli americani sapevano, da un telegramma segreto, che il Giappone stava preparando una nuova offensiva in Asia, ma ignoravano giorno e luogo dell’operazione “Z”.

 

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6 Dicembre 2017