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E’ nel giorno di Natale del 1977 che sir Charles Spencer Chaplin, noto al grande pubblico come Charlie Chaplin, se ne va alla fine di una vita costellata di grandi successi. E’ impossibile non immaginarlo nel personaggio che più di ogni altro gli diede il successo internazionale: quello del “vagabondo”, The Tramp in inglese, Charlot in italiano, francese e spagnolo. Un omino dalle maniere raffinate e i modi di fare di un gentiluomo vestito con una giacchetta stretta e pantaloni e scarpe più grandi rispetto alla sua misura. Poi una bombetta e un bastone da passeggio che spesso amava roteare.

Nato a Londra il 16 aprile 1889 Chaplin è figlio di un vocalist e attore e di una famosa dal nome d’arte  Lily Harley.

A dieci anni la morte prematura di suo padre e la successiva malattia di sua madre fece piombare Charlie e il fratello Sydney nelle difficoltà della vita e soprattutto impararono subito a badare a loro stessi.

Avendo ereditato i talenti naturali dai loro genitori, i giovani salgono sul palco come la migliore opportunità per una carriera. Charlie fece il suo debutto professionale come membro di un gruppo giovanile chiamato “The Eight Lancashire Lads” e rapidamente conquistò il favore popolare come ballerino di tip tap eccezionale.

L’esordio nel cortometraggio del 1914 “Charlot giornalista” al quale seguirono più di trenta cortometraggi per la Keystone Production. Poi il  passaggio alla Mutual Film in cui firma altri 12 cortometraggi. Nel 1919 fonda, assieme ad altri colleghi, la United Artists Corporation. Due anni dopo il primo dei suoi grandi successi: “Il monello”. Nel 1925 “La febbre dell’oro” e nel 1929 “Luci della città”, il primo film di Chaplin con sonoro e musiche sincronizzate. Alla prima proiezione del film Chaplin andò insieme ad Albert Einstein.

Nel 1931 “Tempi Moderni” (nella foto la locandina) e prima dell’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale “il grande dittatore”, il primo film totalmente sonoro di Chaplin in cui interpreta Adenoid Hynkel, il dittatore di Tomania, esplicitamente ispirato ad Adolf Hitler, e un barbiere ebreo perseguitato dai nazisti.

Nel film “Tempi Moderni” però, forse più che in molti altri suoi film analizza la realtà dei lavoratori, dei poveri e degli emarginati. Una riflessione non comica, ma umoristica, di una condizione umana tra il fordismo e il post-fordismo che ancora oggi resta attuale.

La trama del film, per la regia dello stesso Charlie Chaplin può essere riletta dalle pagine della rivista Cinamtografo.it Charlot, operaio in un grande complesso industriale, estenuato dal ritmo frenetico di lavoro, perde la ragione. Ricoverato in una casa di cura, viene dimesso qualche tempo dopo per finire però quasi subito in prigione, a causa di una manifestazione di operai nella quale si ritrova casualmente coinvolto. Durante la detenzione, egli concorre, inconsapevole, a sventare una rivolta di detenuti; ciò gli frutta l’ immediata scarcerzione. Una volta libero, riprende la sua dura lotta per sopravvivere: gli è di conforto l’ amicizia di una giovane orfana, con cui divide fraternamente la propria casetta e quel po’ di cibo che riesce a procurarsi. Quando la ragazza trova lavoro in un cabaret e riesce a far assumere anche Charlot, ai due derelitti sembra schiudersi la prospettiva di un futuro migliore. La polizia, venuta a cercare la ragazza per ricondurla all’ orfanotrofio, li costringe però a fuggire dalla città per cercare altrove un po’ di tranquillità.

Vincenzo Grienti

Il video ufficiale di “Tempi Moderni” (TheChaplinFilms)

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25 Dicembre 2017