LUNEDÌ MARTEDÌ GIOVEDÌ ORE 20.50

La notizia della sua morte per passaparola avvenne dal momento della sua fucilazione il 23 settembre fino ai giorni seguenti. La sua storia eroica avviene alle porte della Capitale quando un reparto di SS tedesco si era acquartierato nei pressi della Stazione di Torrimpietra, occupando una caserma abbandonata della Guardia di Finanza nella “Torre di Palidoro”, frazione limitrofa a Torrimpietra. La sera del 22 settembre 1943 alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa abbandonata, provocano lo scoppio di una bomba a mano: uno dei militari rimane ucciso e altri due gravemente feriti. L’episodio viene interpretato dai tedeschi come un attentato. Il mattino seguente, il comandante del reparto si va a alla Stazione di Torrimpietra per cercare il comandante e, in assenza del maresciallo titolare della stazione, trova il vice brigadiere Salvo D’Acquisto, al quale chiede perentoriamente di individuare i responsabili dell’accaduto. Il giovane sottufficiale cerca, ma inutilmente, di convincerlo sulla casualità del tragico episodio, ma l’ufficiale tedesco decide comunque di effettuare una rappresaglia. Così Torrimpietra viene accerchiata e 22 persone innocenti vengono rastrellati su di un autocarro e trasportati ai piedi della Torre di Palidoro.

Il vice brigadiere Salvo D’Acquisto, consapevole della tragica situazione incombente sugli ostaggi, affronta il comandante delle SS per rinnovare il tentativo di portarlo ad una obiettiva valutazione dei fatti. Nuovamente al giovane sottufficiale viene richiesto di indicare i responsabili del presunto attentato, ma la sua risoluta risposta negativa comporta una reazione spietata. Gli ostaggi vengono obbligati a scavarsi una fossa comune, chi con le pale portate dagli stessi militari germanici, chi con le mani. A questo punto, Salvo D’Acquisto si autoaccusa di essere responsabile dell’attentato e chiede contemporaneamente la liberazione degli ostaggi. Gli fu concesso e l’esecuzione ebbe luogo ad opera di un plotone d’esecuzione nazista. La Torre di Palidoro, ai cui piedi si concluse eroicamente la vita del napoletano vice brigadiere Salvo D’Acquisto, ancora oggi è luogo di visite per ricordarne la memoria.

Nel Rapporto del 25 gennaio 1945 n. 20/7-11, di protocollo riservato, inviato dal comandante della Legione della Capitale al Comando Generale dell’Arma. Si legge la dinamica dei fatti che portano all’uccisione di Salvo D’Acquisto: la sera del giorno dell’esecuzione di Salvo D’Acquisto alcuni militari tedeschi, parlando con una giovane del luogo, affermarono che il sottufficiale era “morto da eroe, impassibile di fronte alla morte” (fonte: Comando Generale Arma dei Carabinieri).

Alla Memoria del vice brigadiere Salvo D’Acquisto il Luogotenente Generale del Regno, con Decreto “Motu Proprio” del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

“Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così, da solo, impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.

Il 4 novembre 1983, nella sede dell’Ordinariato Militare, è stato insediato il Tribunale ecclesiastico chiamato a decidere nella causa di canonizzazione del vice brigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto.

24 Settembre 2018