LUNEDÌ MARTEDÌ GIOVEDÌ ORE 20.50

Howard Hanson, Clarence Dragoo, Richard Horwitz, Lawrence Nally, Thomas M. McGraw e Lawrence Brady. Potrebbero essere i nomi di giovani americani qualunque. Invece sono i nomi di sei degli undici uomini dell’equipaggio morti nell’abbattimento del loro bombardiere B24, precipitato al largo di Grado il 28 febbraio del 1945. La loro storia e quella delle loro famiglie sarà sempre legata alla Liberazione dell’Italia nei due anni che seguirono l’8 settembre 1943. A loro vanno aggiunti i nomi di Cox, German Turpin e Betz, recuperati in varie riprese nel 1945 fra Grado e Chioggia  mentre i resti del  corpo di Acampora furono trovati nel veneziano nel 1957.

Il  B24J n.78 s/n 42/51642 del 716th Bomber Squadron faceva parte di un formazione pesante di 30 velivoli del  449th Bomber Group decollati da Grottaglie in Puglia il 28 febbraio del 1945 insieme ad altri velivoli di altri 7 Bomber Group. Il loro obiettivo è il ponte di Isarco-Albes e sono scortati da 50 caccia P-51”Mustang” del 25th e 31st Fighter Wing e da 24 P-38 “Lightning” del 14th FW.  I B24J avevano una autonomia di circa 4.600 km un armamento di caduta di circa 5.800 kg ed un armamento difensivo composto da 10 mitragliatrici Browning M2 cal. 50 (12,7 mm).

La sua tangenza operativa era di 8.500 metri. Il pericolo maggiore era dato dalla temutissima Flak tedesca , la contraerea, munita del favoloso cannone da 88 mm. Questi cannoni erano posizionati sia vicino agli obiettivi più importanti che sulle sommità delle cime delle Dolomiti. La caccia italo-tedesca era dotata per lo più di Me109 e Macchi 205 “Veltro”.  Presubilmente il B24 venne colpito dalla flak tedesca nelle vicinanze dell’obiettivo con danni ai motori che  resero difficile il volo stabile insieme al resto della formazione come si può evincere dalle dichiarazioni da parte di altri  equipaggi. Ufficialmente viene dato disperso sulle Alpi. Però il velivolo proseguì il volo fino al Mare Adriatico dove tentò un ammarraggio in condizioni disperate. I corpi di alcuni uomini dell’equipaggio furono trovati in mare a distanza di qualche tempo mentre di altri non se ne seppe più altra notizia, fino a quando una spedizione della US Navy con la nave USS GRASP recuperò altri 4 corpi nel relitto dell’aereo. Dopo tre mesi di immersioni continuate sul relitto dell’apparecchio i subacquei americani del Dpaa/Jpac, l’ente del dipartimento della Difesa Usa che si occupa della ricerca dei “missing in action” – i militari americani deceduti o scomparsi in tutte e guerre -, hanno finito il loro non facile lavoro e sono partiti a bordo della nave appoggio della VI Flotta “Grasp”, che è stata la loro base operativa da agosto  a ottobre del 2015

2 Ottobre 2018