25 settembre 1896: nasce Sandro Pertini
E’ uno dei Presidenti della Repubblica più amato degli italiani: Sandro Pertini. Nato a Stella, in provincia di Savona, il 25 settembre 1896. Indimenticabile, nel 1982, in Spagna, la fotografia in cui Dino Zoff e Franco Causio da una parte e dall’altra il Ct Enzo Bearzot con la sua proverbiale pipa insieme a Pertini giocano a scopone. Sul tavolo la coppa, luccicante, del Mundial appena vinto. E come dimenticare il grido di “FATE PRESTO” che diventò il titolo di un quotidiano glorioso come “Il Mattino” dopo la visita del Capo dello Stato a seguito del terremoto del 23 novembre 1980 che sconvolse l’Irpinia provocando migliaia di morti. Altra istantanea: l’incontro segreto con Giovanni Paolo II, al passo della Lobbia Alta, nei giorni tra il 16 e il 17 luglio del 1984. Nessuno doveva sapere niente, ma a quanto pare non andò così. Il pontefice giunse sull’Adamello, in trentino, all’improvviso, una mattina di luglio del 1984. Era accompagnato dal Presidente Sandro Pertini. In quelle vette il Papa andò sugli sci per un po’. Quattro anni dopo nell’88 ritornò per celebrare la santa messa sull’altare di granito realizzato dagli alpini per ricordare la sua prima “spedizione” all’Adamello. La cronaca di quelle ore è stata narrata in un volume dal titolo Adamello. Cresta della Croce-Punta Giovanni Paolo II. dalla leggenda alla realtà. Storia di una croce(Editrice Rendena Tione – 1998).
Una figura, quella di Sandro Pertini che resterà alla storia anche per via della sua vita di partigiano e non solo. Partecipa alla Prima guerra mondiale. Poi intraprende la professione forense. Viene condannato a otto mesi di carcere per la sua attività politica. Nel 1926 è condannato a cinque anni di confino. Sottrattosi alla cattura si rifugia a Milano e poi in Francia, dove chiede e ottiene asilo politico, lavorando a Parigi. Qui subisce due processi per la sua attività politica. Torna in Italia nel 1929. Viene arrestato e nuovamente processato dal tribunale speciale per la difesa dello Stato e condannato a 11 anni di reclusione. Scontati i primi sette viene assegnato per otto anni al confino: rifiuta di impetrare la grazia anche quando la domanda è stata firmata da sua madre. Torna libero nell’agosto 1943 ed entra a far parte del primo esecutivo del Partito socialista. Catturato dalla SS viene condannato a morte, ma la sentenza non ha luogo. Nel 1944 evade dal carcere assieme a Giuseppe Saragat e, una volta raggiunta Milano, assume la carica di segretario del Partito Socialista nei territori occupati dal Tedeschi e dirige la lotta partigiana: è stato insignito della Medaglia d’Oro.
Conclusa la lotta armata si dedica alla vita politica e al giornalismo. Viene eletto Segretario del Partito Socialista Italiano di unità proletaria nel 1945 e viene eletto Deputato all’Assemblea Costituente. Poi Senatore della Repubblica nel 1948 e presidente del relativo gruppo parlamentare. Direttore dell'”Avanti” dal 1946 al 1947 e dal 1949 al 1951, nel 1947 assume la direzione del quotidiano genovese “Il Lavoro”.
Eletto Presidente della Repubblica l’8 luglio 1978 (al sedicesimo scrutinio con 832 voti su 995) presta giuramento il giorno successivo. Rassegna le dimissioni il 29 giugno 1985 e diviene Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica. Muore il 24 febbraio 1990.
25 Settembre 2018